Andare per musei è aprire gli occhi al colore, al segno e al disegno, alla pittura e allo schizzo preparatorio, alla vita e alla morte, alla magia di un tratto morbido e di una linea nervosa; ma quando quel museo racchiude in se l’arte di Vincent Van Gogh aprire gli occhi non basta più, c’è bisogno di divorarlo tutto quel colore, quel segno, quel disegno, ubriacarsi di quella pittura ammirandone l’embrione in uno schizzo a carboncino, annusandone tutto il senso della vita e quell’inevitabile incognita della morte… fino a non riuscire più a gestire l’ebrezza mulipla dei sensi.






